La tensione superficiale (generalmente indicata con γ) è
una particolare proprietà dei fluidi che opera lungo la
superficie di separazione (interfaccia) tra il fluido
stesso ed un materiale di un'altra natura, ad esempio un
solido, un liquido o un gas. Dal punto di vista
termodinamico può essere definita come il lavoro per
unità di area richiesto per formare una nuova superficie.
Il paracoro è una grandezza che esprime il volume molare
dei liquidi corretto considerando l'effetto della
tensione superficiale.
Le
azioni attrattive tra le molecole di un liquido (le
forze di coesione) fanno sì che le molecole dello strato
superficiale siano soggette ad una forza risultante non
nulla che tende a farle spostare verso l'interno; esse
pertanto tendono a sfuggire dalla superficie limite del
liquido e di conseguenza questa tende ad assumere la
estensione minima possibile (in assenza di altre forze,
la superficie minima, è quella sferica).
Le molecole sulla superficie possiedono una energia
potenziale superiore a quella delle molecole all'interno
del liquido, sicché se si vuole aumentare la estensione
della superficie libera di un liquido occorre spendere
un'energia proporzionale all'aumento di superficie.
Se il liquido viene sottoposto ad una trasformazione che
alteri esclusivamente la sua superficie S, si ha una
variazione dell'energia interna, ΔU, che è praticamente
pari alla variazione di energia potenziale dello strato
superficiale, e quindi proporzionale all'incremento ΔS
della superficie. Tale variazione di energia interna
(per il Primo principio della termodinamica) è in parte
(Q) fornita dall'energia cinetica delle molecole
dell'ambiente ed in parte (L) corrispondente ad un
lavoro meccanico che deve essere fornito dall'esterno.
Si definisce tensione superficiale (o energia libera
superficiale) di un liquido la quantità di lavoro
richiesto per aumentare la estensione della sua
superficie di una unità mantenendo costante la
temperatura del sistema, cioè l'aumento di energia
libera (ΔF=ΔU-Q) per unità di superficie.
Nel momento in cui si debba tenere conto di ciò che si
trova al di fuori del liquido, non è più sufficiente
considerare le sole forze di coesione, in quanto la
presenza di un altro corpo ha influenza sui valori della
tensione, nel senso che le molecole di questo svolgono
anch'esse delle azioni (le forze di adesione) sulle
molecole dello strato superficiale del liquido. In
effetti, per ragioni del tutto simili a quelle sopra
indicate, anche la superficie dei solidi possiede
un'energia libera superficiale, ΔS, ma a causa della
mancanza di mobilità di tale superficie questa energia
libera non è direttamente osservabile, né misurabile con
metodi diretti.
Quando liquido e solido vengono in contatto, quindi, a
causa delle interazioni tra le differenti fasi viene a
stabilirsi una tensione interfacciale definita come
l'energia addizionale per unità di area dovuta alla
formazione di una interfaccia (supponendo anche la
presenza di un gas) solido/liquido e solido/gas.